Il factoring e il finanziamento del capitale circolante alle imprese in crisi*
Massimo Gianolli, Manager
5 Luglio 2024
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Sommario:
1. Credit Management: consente al creditore di esternalizzare alcune delle attività solitamente svolte internamente dall’azienda, riuscendo così a ottenere maggior efficacia (la gestione è un’attività core per il factor) e maggior efficienza (il factor beneficia di economie di scala).
I nostri primi 40 anni
Uno dei nostri punti di forza è senza dubbio l’esperienza: operiamo sul mercato da oltre 40 anni e questo rappresenta un plus, un segnale di stabilità, affidabilità e di eccellenza. Avere una lunga esperienza sul mercato dimostra che siamo stati in grado di affrontare e di superare il susseguirsi di sfide e cambiamenti, dimostrando capacità di adattamento alle evoluzioni del settore. Una presenza così duratura è inoltre sinonimo di un forte impegno e della capacità di offrire servizi di qualità e ad alto valore aggiunto.
Il nostro business model si fonda sul modello del cedente-ceduto, in cui i clienti (Cedenti) hanno tipicamente un rating di credito basso (situazione di turnaround), mentre i Ceduti, debitori verso i clienti, possiedono un rating elevato (investment grade).
Operiamo con cedenti italiani principalmente nell’ambito manifatturiero (60% del business), commerciale (20%) e solo in via residuale con altri settori. Siamo un factor specializzato nel finanziamento a PMI produttive, che danno stabilità al nostro turnover.
Cerved in una recente analisi ha stimato che ci siano nel nostro Paese circa 100.000 realtà a rischio di default. Contestualmente al deterioramento del quadro macroeconomico, è sensibile anche la graduale e progressiva riduzione degli impieghi del settore bancario tradizionale nei confronti di questo tipo di clientela. La somma degli effetti sopra indicati fa emergere una forte domanda di finanziamento per le imprese distressed che operatori specializzati come Generalfinance possono intercettare, contribuendo a preservare centinaia di aziende e migliaia di posti di lavoro. In questo senso, l’evoluzione della normativa fallimentare degli ultimi anni ha fornito anche nuovi strumenti, utili per il finanziamento delle imprese che si trovano in una situazione di crisi.
Nell’ambito del mercato del factoring possiamo affermare che il nostro portafoglio è di comprovata qualità, sia in termini di condizioni di pagamento, che di ritardi. Le statistiche Cribis al 31 marzo 2023, lo attestano: si evidenzia, infatti, che solo il 39% del nostro portafoglio ha condizioni di pagamento superiori a 120 giorni (vs 61% del mercato) e che il 96% non evidenzia ritardi di pagamento, rispetto al dato del 15% del mercato.
Nei prossimi anni, inoltre, si stima una crescita importante dei crediti deteriorati del sistema bancario, soprattutto per quanto riguarda i cosiddetti «UTP» (Unlikely to Pay), riferiti ad aziende non in default, con importanti segnali di tensione e difficoltà nei pagamenti dei debiti finanziari. Gli UTP rappresentano un focus d’intervento di Generalfinance e in questo quadro ci aspettiamo un aumento della clientela potenziale.
Nel corso degli anni le tipologie di ‘cure’ e i numeri di ‘dottori specializzati’ del team è aumentato considerevolmente, ma l’obiettivo di Generalfinance è rimasto immutato: evitare e scongiurare la morte del paziente/azienda somministrando le giuste cure e medicine. Il fallimento di un’impresa ha forti ripercussioni locali e non: significa la cancellazione di molti posti di lavoro, lo smembramento di asset industriali importanti e una perdita di valore per il Paese.
Nello svolgimento della nostra attività partiamo sempre da un punto preciso: l’analisi industriale. Questo step è imprescindibile, senza la credibilità del business (inteso come settore, modello, prospettive e potenzialità di appartenenza) è impossibile costruire uno scenario di risanamento di un’azienda.
In questa fase andiamo a valorizzare i cosiddetti elementi cardine, quali: la forza del marchio, la qualità della clientela e la potenzialità di sviluppo del settore su cui poi si baserà il turnaround.
Successivamente ci occupiamo dell’analisi manageriale, procedura necessaria per verificare che all’interno dell’impresa in difficoltà siano presenti delle figure professionali esperte e adeguate, capaci di gestire un’azienda in crisi. Può accadere che l’azienda si renda conto di non avere in organico le persone adatte e che debba valutare l’opportunità di farsi supportare da consulenti sia esterni (advisor), sia interni (Chief Restructuring Officer) capaci di prendere nel breve le decisioni corrette, anche a costo di imporre provvedimenti scomodi, quali ad esempio, il ricorso a strumenti di regolazione della crisi o l’attivazione di ammortizzatori sociali.
Al fine di risanare l’impresa è necessario poi passare per l’analisi finanziaria. Ogni percorso di risanamento, deve prevedere la giusta cassa per conservare la continuità aziendale. Durante questa fase la società è chiamata a individuare soluzioni rapide, come ad esempio lo smobilizzo dei crediti, che possano essere approntate anche tramite istruttorie snelle. Infine, l’ultimo – ma non per questo meno importante – passaggio è quello dell’analisi giuridica. Il Legislatore in merito alla disciplina della crisi di impresa mette a disposizione degli operatori una serie di strumenti procedurali flessibili, in grado di intercettare tutti gli stadi evolutivi della situazione di deterioramento e di offrire adeguate soluzioni. In questo quadro il debitore e i vari stakeholders possono quindi trovare reciproca soddisfazione avendo a disposizione numerose soluzioni negoziali. Allo stesso tempo, i finanziatori possono individuare un giusto compromesso tra il rischio del supporto all’impresa in crisi, le tutele legalmente accordate ai finanziamenti effettuati in funzione e in esecuzione dei piani di ristrutturazione e i principi di «sana e prudente gestione».
- MV Agusta Motor S.p.A., che abbiamo sostenuto e affiancato nell’ambizioso piano di rilancio aziendale, con lo sviluppo di nuovi modelli, progetti e nuovi segmenti, che si è concluso con l’entrata di KTM AG, azienda di PIERER Mobility, nel capitale sociale con il 25,1%.
- Officine Maccaferri S.p.A., che abbiamo supportato dal 2020 con linee di factoring e che recentemente è uscita dalla procedura di concordato, dopo un brillante percorso di turnaround.
Siamo indubbiamente orgogliosi di aver contribuito alla salvaguardia di aziende come Officine Maccaferri S.p.A. e MV Agusta Motor S.p.A.: per entrambe abbiamo costruito un progetto specifico, che ha avuto riscontri economici e sociali a dir poco positivi, a testimonianza della nostra comprovata esperienza nel settore, in qualità di ‘boutique della finanza’.