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Le Liquidazioni Giudiziali ed i Fallimenti dichiarati nella Regione Toscana al 30 giugno 2025
Le Liquidazioni Giudiziali ed i Fallimenti dichiarati nella Regione Toscana al 30 giugno 2025
Alberto Valcarenghi, Dottore Commercialista in Crema
9 Settembre 2025
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Con il presente elaborato si evidenzia il numero delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti dichiarati nella Regione Toscana, al 30 giugno 2025, con alcuni confronti e considerazioni.
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Con il presente elaborato, si evidenzia il numero delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti dichiarati nella Regione Toscana, al 30 giugno 2025, con alcuni confronti e considerazioni. Vengono di seguito riportate due tabelle, che evidenziano rispettivamente: 1) il numero delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti dichiarati nella Regione Toscana, per ogni Tribunale, al 30 giugno dell’anno 2025, confrontati con le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti dichiarati al 30 giugno dell’anno 2024;
2) il riepilogo delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti dichiarati negli ultimi 12 mesi solari, dal 01/07/2024 al 30/06/2025, confrontati con le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti dichiarati, dal 01/07/2023 al 30/06/2024, in tutta la regione Toscana.
Si precisa che, nel presente elaborato, con il termine procedure vengono indicate le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti. Inoltre vengono citati alcuni studi ed analisi nazionali e regionali.
Tabella 1
CONFRONTO TRA LE LIQUIDAZIONI GIUDIZIALI ED I FALLIMENTI DICHIARATI AL 30/06/25 CON I FALLIMENTI DICHIARATI AL 30/06/24
Nei dieci Tribunali della Regione Toscana, nel primo semestre 2025, sono state dichiarate n. 371 liquidazioni giudiziali e fallimenti, rispetto alle n. 374 liquidazioni giudiziali e fallimenti dichiarati nel primo semestre 2024, con un decremento totale di 3 procedure, pari a circa all’1% in meno rispetto al 30 giugno 2024. Nel primo semestre 2023 i fallimenti e le liquidazioni giudiziali dichiarati erano stati 308.
Cinque Tribunali evidenziano un incremento delle procedure, mentre altri 5 Tribunali evidenziano un decremento delle procedure. Le principali variazioni risultano le seguenti:
Al 30 giugno 2025, il Tribunale di Massa evidenzia un incremento di 11 liquidazioni giudiziali e fallimenti, pari al 55% circa, rispetto al 30 giugno 2024.
Al 30 giugno 2025, il Tribunale di Livorno evidenzia un incremento di 9 liquidazioni giudiziali e fallimenti, pari al 47% circa, rispetto al 30 giugno.
Al 30 giugno 2025, il Tribunale di Arezzo evidenzia un incremento di 7 liquidazioni giudiziali e fallimenti, pari al 28% circa, rispetto al 30 giugno 2024.
Al 30 giugno 2025, il Tribunale di Grosseto evidenzia un decremento di 4 liquidazioni giudiziali e fallimenti, pari al 44% circa, rispetto al 30 giugno 2024.
Al 30 giugno 2025, il Tribunale di Pistoia evidenzia un decremento di 12 liquidazioni giudiziali e fallimenti, pari al 27% circa, rispetto al 30 giugno 2024. Il Tribunale di Firenze (primo Tribunale della Regione per numero di liquidazioni giudiziali e fallimenti dichiarati), con 100 procedure aperte, ha dichiarato il 27% delle procedure di tutta la Toscana, rispetto a circa il 30% delle procedure dichiarate al 30 giugno 2024, pari a 113.
Il Tribunale di Lucca è il secondo Tribunale della Toscana per numero di procedure dichiarate. Al 30 giugno 2025, il Tribunale di Lucca ha dichiarato n. 45 liquidazioni giudiziali e fallimenti, rispetto alle 39 del periodo precedente, con un incremento, rispetto al 30 giugno 2024, di 6 procedure, pari a circa il 15%. Il Tribunale di Lucca ha dichiarato il 12% delle procedure di tutta la Toscana (l’anno scorso la percentuale era del 10%).
Il Tribunale di Prato è il terzo Tribunale della Toscana per numero di procedure dichiarate. Al 30 giugno 2025, il Tribunale di Prato ha dichiarato n. 44 liquidazioni giudiziali e fallimenti rispetto alle 49 del periodo precedente, con un decremento, rispetto al 30 giugno 2024, di 5 procedure, pari a circa il 10%. Il Tribunale di Prato ha dichiarato il 12% delle procedure di tutta la Toscana.
I primi tre Tribunali della Toscana sopra evidenziati hanno dichiarato, nel primo semestre 2025, complessivamente n. 189 procedure, pari al 51% circa delle liquidazioni giudiziali e fallimenti dichiarati in tutta la Regione (al 30 giugno 2024 le procedure erano 207 pari al 55% del totale).
Tabella 2
CONFRONTO TRA LE PROCEDURE DICHIARATE NEGLI ULTIMI 12 MESI SOLARI DAL 01/07/24 – AL 30/06/25 RISPETTO AL PERIODO 01/07/23 - 30/06/24
Il numero delle liquidazioni giudiziali e dei fallimenti, dichiarati in Toscana, negli ultimi 12 mesi solari, dal 01/07/2024 al 30/06/2025, è pari a 693, rispetto ai 689 dichiarati dal 1° luglio 2023 al 30 giugno 2024, con un incremento di 4 procedure, pari all’1%.
Negli ultimi 12 mesi, tutti i Tribunali evidenziano un incremento, fatta eccezione per Firenze, Grosseto, Massa e Pistoia. il Tribunale di Firenze ha dichiarato 183 procedure, con un decremento di 13 procedure, pari al 7%; il Tribunale di Lucca ha dichiarato 90 procedure, con un incremento di 12 procedure, pari al 15%; il Tribunale di Prato ha dichiarato n. 79 procedure, con un incremento di 1 unità, pari all’ 1% circa. Nell’anno della pandemia 2020, in Toscana, i fallimenti dichiarati erano stati 669; nell’anno 2021, i fallimenti erano stati 661; nell’anno 2022, le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti erano stati 602; nell’anno 2023, le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti erano stati 613 mentre, nell’anno 2024, le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti erano stati 692. In Toscana, oggi le liquidazioni giudiziali ed i fallimenti dichiarati negli ultimi 12 mesi, pari a 693. evidenziano i dati più elevati degli ultimi 5 anni.
Il 9 giugno 2025, la Banca d’Italia ha pubblicato il rapporto n. 9, relativo all’Economia della Toscana. Di seguito vengono sintetizzati alcuni aspetti della presente analisi.
Nel 2024 l'economia toscana è cresciuta debolmente; in base all'indicatore trimestrale dell'economia regionale (ITER) della Banca d'Italia, l'aumento del prodotto sarebbe stato pari allo 0,6 per cento, a fronte dello 0,7 in Italia
La crescita del prodotto è stata condizionata dal mancato apporto del settore manifatturiero, penalizzato dalla crisi del sistema della moda, il maggior comparto di specializzazione produttiva regionale, il cui calo non è stato del tutto compensato dal buon andamento di altri comparti, principalmente farmaceutica e gioielleria, trainati della domanda estera. L'attività dei servizi è aumentata in misura contenuta; il turismo è risultato in crescita solo nelle presenze straniere. Le costruzioni hanno mostrato una dinamica positiva grazie alla componente pubblica, alimentata anche dai progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR).
Nonostante la debole congiuntura, la redditività si è mantenuta su livelli positivi per un'ampia quota di imprese e la liquidità è rimasta elevata nel confronto storico. Sono aumentati gli occupati ma, in corrispondenza della difficoltà di alcuni comparti manifatturieri, è cresciuto pure l'utilizzo degli ammortizzatori sociali. Le retribuzioni hanno accelerato, per effetto dei rinnovi contrattuali, anche se la dinamica sarebbe inferiore a quella del Paese; la crescita dei redditi e il significativo calo dell'inflazione hanno favorito un modesto aumento dei consumi.
La debolezza della domanda di prestiti, in un contesto di condizioni di offerta rimaste improntate alla cautela, si è riflessa in un calo del credito alle imprese, minore rispetto all'anno precedente ma ancora accentuato per quelle di piccola dimensione. I prestiti alle famiglie hanno continuato a crescere, grazie principalmente alla dinamica del credito al consumo, cui si è aggiunta la ripresa dei mutui. La qualità del credito è rimasta pressoché costante su livelli storicamente elevati; è tuttavia leggermente aumentato il tasso di deterioramento dei prestiti alle imprese.
È proseguita l'azione di stimolo degli enti pubblici territoriali: le spese correnti e soprattutto quelle in conto capitale sono aumentate; in particolare, gli investimenti connessi con il PNRR sono cresciuti in misura marcata e hanno contribuito all'attività delle imprese edili e di quelle industriali.
Le prospettive dell'economia toscana, per l'anno in corso, sono caratterizzate da forte incertezza. L'elevata apertura internazionale rappresenta un fattore di rischio poiché espone, in modo diretto, le imprese esportatrici e i propri lavoratori ai cambiamenti nelle politiche commerciali dei paesi partner. La politica doganale recentemente varata dall'amministrazione degli Stati Uniti, primo paese di destinazione per le merci toscane, potrebbe significativamente impattare sull'export.
La domanda estera ha rappresentato, negli ultimi due decenni, un elemento di traino dell'economia toscana, tradizionalmente caratterizzata da un peso più elevato della manifattura e del turismo internazionale rispetto alla media italiana; a partire dal periodo pandemico, tuttavia, il suo contributo non è stato più sufficiente a sostenere la crescita.
L'apertura internazionale della regione si è concretizzata, nel tempo, anche in un aumento delle unità locali di imprese che fanno parte di gruppi internazionali, tipicamente caratterizzate da maggiore produttività e spinta all'innovazione. Quest'ultima trae vantaggio altresì da un sistema universitario più propenso della media italiana alla brevettazione, caratteristica che si estende in generale alle start up innovative toscane, anche se la loro incidenza, in rapporto alla popolazione, è inferiore.
In sintesi, si è assistito, per la Toscana, a variazioni marginali e precisamente:
- ad un decremento del numero delle Liquidazioni Giudiziali e dei Fallimenti rispetto al 30/06/24, con un decremento dell’1%, pari a 3 procedure in meno;
- ad un incremento del numero delle Liquidazioni Giudiziali e dei Fallimenti evidenziati nei 12 mesi solari 01/07/2024 – 30/06/2025, rispetto al periodo 01/07/2023 – 30/06/2024, con un aumento di 4 procedure, pari all’1%.
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REV 02
IL DIRITTO DELLA CRISI TRA PROCESSO E VALORE DELL'IMPRESA
Teatro Sociale - Piazza Teofilo Folegno, 4 - Mantova, 6/7 Ottobre 2023
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tra il Tribunale e gli Ordini locali di avvocati, dottori commercialisti e notai, unitamente all'Istituto Vendite
giudiziarie di Mantova, è organizzato un convegno che da sempre si occupa, da un angolo di osservazione plurale,
del fenomeno delle crisi d’impresa, intrecciando i saperi delle scienze aziendalistiche e del diritto.
Negli anni l'organizzazione del convegno si è arricchita dell'apporto offerto dell'istituto Centro studi diritto della
crisi e dell'insolvenza nonché da ultimo del supporto scientifico offerto dalla Rivista Diritto della crisi.
Quest’anno l’incontro di studio si soffermerà sulla salvaguardia del valore delle imprese nei percorsi di ristrutturazione
previsti dal Codice della crisi d’impresa e dell’insolvenza, capitolo cruciale del PNNR, e si addentrerà, inoltre,
nei meandri più spinosi della recente Riforma Cartabia del processo civile, esaminando, in particolare,
le problematiche di coordinamento tra le novità del codice di rito e le procedure concorsuali. Il sabato mattina
sarà dedicato alle professionalità che, dentro e fuori il processo, sono chiamate a supportare l'imprenditore in crisi.
Il convegno, more solito, si accosterà ai problemi che incombono secondo un metro costruttivo e interdisciplinare,
orientato a cogliere il senso di un sistema economico-giuridico ormai proteso a perseguire – ad un tempo – l’obiettivo
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