
Giovanni La Croce, Dottore Commercialista in Milano
Il risanamento delle imprese calcistiche professionistiche: dubbi eziologici
26 Maggio 2025
Le società di calcio possono essere considerate delle imprese commerciali vere e proprie, nel senso pieno dell'etimologia giuridica del termine?
Avendo, però, il legislatore ben esplicitato le caratteristiche dell’imprenditore commerciale, è possibile desumere in via derivata la specificazione di impresa da quella, appunto, di imprenditore commerciale.
L’art. 2195 c.c., poi, offre un elenco di attività commerciali ritenuto non tassativo, sicché le definizioni normative non ci aiutano ad inquadrare correttamente l’impresa calcistica per quella che essa è attualmente.
Un sinallagma assai semplice, primordiale potremmo dire, non dissimile da quello di un qualsiasi altro spettacolo, musicale, cinematografico, teatrale etc.
La bottom line dei ricavi oggi non è più costituita dagli incassi della vendita dei biglietti d’ingresso allo stadio, bensì dalla quota di diritti televisivi, seguita dalla cessione dei diritti dei calciatori, le sponsorizzazioni e solo al quarto posto i ricavi da ingressi allo stadio.
La quota dei diritti, come l’entità delle sponsorizzazioni è inferiore nelle serie minori.
Sicché una cattiva performance sportiva può comportare una drastica riduzione dei ricavi.
Nulla di diverso da quello che accadeva negli anni ‘60/’70, salvo le dimensioni, molto più significative, degli impatti.
Si poteva prevedere che la Sampdoria in due anni sarebbe passata dalla Serie A alla Serie C?
Oppure si poteva prevedere che potesse riconquistare la massima serie e in quanti anni?
E lo è ancor più, alla notizia della possibile penalizzazione del Brescia che riammetterebbe i blucerchiati in gioco nei play out.
All’ultimo secondo, per un fatto del tutto fortuito riguardante un’altra squadra, la Samp potrebbe rimanere in “B” e il suo piano di risanamento traballerebbe, ma non cadrebbe.
Si tratta della difficile conciliabilità tra la finalità della vincente competizione mercatistica – che per le squadre di calcio è competizione sportiva – e quella del ripagamento del debito.
Se i flussi di cassa futuri sono destinati a ridurre l’indebitamento è naturale che la qualità e numerosità della “rosa” dei calciatori, come la qualità dell’allenatore, ne possa risentire più che in quei club che non sono alle prese con un debito da risanare.
Ma se la “rosa” è più debole, minori sono le chance di vittoria e maggiori quelle di retrocessione, a seguito della quale il piano di risanamento pur omologato dal tribunale “salterebbe”.
Senza contare che la tensione verso il ripagamento del debito ristrutturato, nel caso di forte presenza – la norma – di debito fiscale, può occupare l’arco di un decennio.
26 Maggio 2025 17:55
2 Giugno 2025 9:57
Resta il fatto che una normativa specifica sia necessaria onde garantire persino un certo equilibrio sportivo che probabilmente si è smarrito nei casi di Reggina e di Sampdoria.
3 Giugno 2025 15:32
9 Giugno 2025 11:23
tema attualissimo e, per me, molto particolare.
Ho svolto la funzione di curatore del fallimento della Reggina Calcio SpA, quella compagine che è riuscita nei primi 15 anni del 2000 ad effettuare 9 campionati di serie A e 5 di serie B. Da osservatore molto attento e da conoscitore (forzato) del mondo FIGC (avevamo avuto l'esercizio provvisorio nel 2016), nonchè alla luce del piano di ristrutturazione effettuato dalla "nuova" Reggina nata dalle ceneri di quella fallita da me gestita, la stessa è stata sostanzialmente spinta verso il fallimento dalla mancata iscrizione in serie B, dopo l'Omologa del Tribunale di Reggio Calabria, per il "semplice" fatto che essendoci stato un cram down del -95% e un onere di pagare il 5% residuo in 30 giorni, secondo la FIGC si è sforato il tetto massimo per onorare il debito (il termine dato dal tribunale era il 12 luglio mentre il termine per l'iscrizione nella quale allegare, tra le tante cose, i pagamenti erariali "calcistici" era al 20 giugno) così coi tre gradi di giudizio federali in poco più di un mese non hanno fatto iscrivere la squadra aggiungendo, nei giudizi, il fatto che l'ADE si era opposta e che, finchè fosse pendente tale opposizione, la Reggina avrebbe dovuto pagare tutto. Insomma, un gran caos. Il discorso è che, contravvenendo ad ogni principio codicistico, è stata condannata al fallimento, alla cassa integrazione di circa 40 unità non calciatori, al fondo di garanzia INPS, ecc, una società che era, in primo grado civilistico, senza debiti. Quindi ancora più grave della situazione Sampdoria.
Unendo le due fattispecie abbiamo un quadro sconcertante: La Samp, anche grazie all'intuito del suo advisor, non fece alcun Cram Down ma spalmò il debito erariale, con un riduzione ben minore di quella ottenibile da un cram down (che è molto facile arrivi sempre poichè il rapporto società calcistica in bonis/fallita, per la convenienza per i creditori, è sempre enormemente pendente dall'altro lato rispetto al fallimento - una su tutti, i cartellini onerosissimi in bilancio sono iscritti tra i cespiti, tra i valori attivi, subito dopo il fallimento scompaiono perchè acquisiscono la figura solo di dipendenti, tutelati al pari di altri dipendenti non federali, così una "Juventus" che annoveri 600 milioni di cartellini in attivo, dopo un ipotetico fallimento, tali valori scompaiono e si ritrovano, quei calciatori, come creditori privilegiati con stipendi monster) questo per evitare, sulla scorta dell'esperienza della Reggina, che si dica che un debito pendente con l'ADE è un debito da onorare per l'iscrizione finchè c'è una opposizione.
La soluzione a questo sistema particolare è, come hai detto tu caro collega, una struttura ad hoc per la peculiarità del mondo calcistico all'interno delle società commerciali (che lo sono appieno) e fallibili (idem) ma anche una diversa modellazione del sistema delle regole federali che, sia per tenuta giuridica (si pensi che nei primi gradi di giudizio la commissione aveva tra i suoi componenti rappresentanti di altri club... come se fossi chiamato in causa dal mio condominio e a giudicarmi fossero i miei vicini di casa....) hanno raggiunto i paradigmi delle encicliche papali per i fedeli o i decreti Regi quando c'era il Re in Italia.
L'iscrizione non può essere determinata da regole di gioco perchè una mancata iscrizione condanna a morte una società, se lo immaginiamo nel nostro ordinamento per altri settori è come se una impresa di costruzioni sbaglia ad effettuare l'inoltro dei dichiarativi e un tribunale , per tale motivo, la condanna al fallimento; come se una pasticceria in regola con tutte le norme per la produzione e vendita di alimenti, gli viene sottratta la licenza perchè non ha pagato in tempo un f24).
Sono corrette le idee che a livello economico tutte le 20 squadre di una competizione debbano sopportare lo stesso onere nello stesso tempo ma ovviamente c'è un ordinamento (ben) superiore che non può pensare di accettare un fallimento per un tardivo pagamento, così come non dovrebbe accettare un piano sulla scorta di previsioni imprevedibili (promozione) sebbene alla base di tale scelta nel piano, ci sia l'impossibilità di chiedere (ed ottenere agevolmente) un cram down perchè alla FIGC non piace.
Occorre depotenziare la FIGC su questo aspetto (limitarsi, pur rispettando l'autonomia dello sport, ad infliggere punizioni "sportive", la massima sarebbe retrocessione non certo fallimento) cassandole la possibilità di determinare, unico ente statale, la morte di una società, la cassa integrazione per dipendenti, depauperamento dell'economia di una città (si pensi la Reggina in Serie A per Reggio Calabria che indotto crei vista la penuria di imprese....). D'altro canto, cassare altresì la possibilità di presentare piani sulla scorta di risultati sportivi che sono antitetici a qualsiasi piano prognostico, se si pensa che al 90mo dell'ultima partita di un campionato un "palo-rete" può determinare la promozione in Serie A con introiti di 7 milioni di diritti televisivi o un "palo-fuori" una serie B con diritti televisivi non superiori ad 1,2 milioni, si intuisce come lo sport (ed i suoi risultati, nel bene e nel male) non debbano legalmente mai entrare in alcun piano. Cordialmente
13 Giugno 2025 12:50