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I fallimenti e le liquidazioni giudiziali dichiarati nella Regione Lombardia al 30 settembre 2022

Alberto Valcarenghi, Dottore commercialista in Crema

10 Novembre 2022

Con il presente elaborato si evidenzia il numero dei fallimenti e delle liquidazioni giudiziali dichiarati nella Regione Lombardia, al 30 settembre 2022, con alcuni confronti e considerazioni.
Riproduzione riservata
Nel codice della crisi, entrato in vigore in data 15 luglio 2022, il termine “fallimento” è stato sostituito con “liquidazione giudiziale”. L’articolo 5 della Legge Fallimentare, al comma 1, cita quanto segue: “L’imprenditore che si trova in stato di insolvenza è dichiarato fallito”. L’articolo 121 del codice della crisi cita quanto segue: “Le disposizioni sulla liquidazione giudiziale si applicano agli imprenditori commerciali……. che siano in stato d’insolvenza”. 
La prima liquidazione giudiziale, in Lombardia, è stata dichiarata in data 28 luglio 2022 dal Tribunale di Milano, la prima liquidazione giudiziale in Italia è stata dichiarata il 27 luglio 2022, dal Tribunale di Bologna.
E’ necessario distinguere i procedimenti instaurati dal 15 luglio 2022 e prima del 15 luglio 2022. I primi, se ricorrono le condizioni, sfoceranno in liquidazioni giudiziali, i secondi, se ricorrono le condizioni, sfoceranno in fallimenti.
In questo momento i Tribunali stanno smaltendo le pre-fallimentari ed il numero dei fallimenti è notevolmente superiore alle liquidazioni giudiziali. Nel corso dei prossimi mesi, gradualmente, si assisterà ad una inversione di tendenza.
Per un lungo periodo quindi conviveranno sia i Fallimenti, che saranno regolati dalla Legge Fallimentare, che le Liquidazioni Giudiziali regolate dal codice della crisi.
In questo breve articolo, per poter effettuare un confronto con il passato, vengono sommati i numeri dei fallimenti e delle liquidazioni giudiziali aperti nel periodo.
Con il presente elaborato, si evidenzia il numero dei fallimenti e delle liquidazioni giudiziali dichiarati nella Regione Lombardia, al 30 settembre 2022, con alcuni confronti e considerazioni.
I dati dei fallimenti e delle liquidazioni giudiziali dichiarate sono stati scaricati dal portale dei creditori FALLCO ZUCCHETTI. 
Vengono di seguito riportate tre tabelle, che evidenziano rispettivamente:
1) il numero dei fallimenti e delle liquidazioni giudiziali dichiarati nella regione Lombardia, per ogni Tribunale, al 30 settembre dell’anno 2022 ed al 30 settembre dell’anno 2021; 
2) il numero dei fallimenti e delle liquidazioni giudiziali dichiarati, nei primi tre trimestri del 2022, nella regione Lombardia, per ogni Tribunale; 
3) la media mensile dei fallimenti e delle liquidazioni giudiziali dichiarati nei primi tre trimestri dell’anno 2022, nella regione Lombardia, per ogni Tribunale, con confronto con la media mensile dei fallimenti dichiarati nell’anno 2019, quindi nel periodo prima della pandemia.
Il termine “procedure” nel testo sotto riportato, viene utilizzato per individuare, per l’anno 2022, sia i fallimenti che le liquidazioni giudiziali. Inoltre vengono citati alcuni studi ed analisi nazionali e regionali.


Nella regione Lombardia, nei primi nove mesi dell’anno 2022, sono stati dichiarati 1101 fallimenti e 19 liquidazioni giudiziali, per complessive 1120 procedure aperte, rispetto ai 1379 fallimenti dichiarati nei primi nove mesi dell’anno 2021, con una diminuzione di 259 fallimenti. I dati evidenziano una diminuzione media dei fallimenti/liquidazioni giudiziali del 18,8% circa, rispetto al 30 settembre 2021. Al 30 giugno 2022 si evidenziava una diminuzione, rispetto al 30 giugno 2021, del 18%.
Al 30 settembre 2022, il Tribunale di Como evidenzia un incremento di 26 fallimenti, pari al 54% circa, il Tribunale di Varese evidenzia un incremento di 4 fallimenti, il Tribunale di Pavia evidenzia un incremento di 2 procedure; il Tribunale di Sondrio evidenzia lo stesso numero di fallimenti dell’anno precedente, mentre tutti gli altri 9 Tribunali rilevano una diminuzione del numero dei fallimenti.
Il Tribunale di Milano ha dichiarato, al 30 settembre 2022, 453 fallimenti e liquidazioni giudiziali, che rappresentano il 40,45% delle procedure dichiarate in tutta la Regione Lombardia, con una diminuzione, rispetto al 30 settembre 2021, di 171 fallimenti, pari al 27,4%.
I Tribunali di Lodi e di Lecco evidenziano, rispetto al 30 settembre 2021, una diminuzione dei fallimenti superiore al 40%.
Il Tribunale di Bergamo, con 120 procedure, rappresenta il 10,71% del totale mentre il Tribunale di Brescia ed il Tribunale di Monza, con 108 procedure, rappresentano il 9,64% del dato regionale.

Tabella 2

In questa tabella sono indicati i fallimenti comprensivi delle liquidazioni giudiziali dichiarati in ogni trimestre dell’anno 2022.
I primi due trimestri dell’anno 2022 evidenziano dati omogenei (416-419) mentre il terzo trimestre (285) evidenzia un calo fisiologico, per la presenza del mese di agosto.
Le procedure dichiarate nei primi nove mesi dell’anno 2022 sono pari a 1120 con una media trimestrale di 373.
Nell’anno 2021 il totale dei fallimenti dichiarati nella Regione Lombardia ammontava a 1839 con una media trimestrale di 460.
Nell’ultimo trimestre dell’anno 2021, i fallimenti dichiarati in Lombardia erano stati 460 e quindi superiori ai dati trimestrali dell’anno 2022.

Tabella 3



In questa tabella viene indicata la media mensile dei fallimenti e delle liquidazioni giudiziali dichiarati, per ogni trimestre in ogni Tribunale, con un confronto con i dati medi mensili dell’anno 2019 (prima della pandemia). Le medie mensili sono approssimate all’unità.
Il numero medio mensile di fallimenti e liquidazioni giudiziali, dichiarati in Lombardia, nei primi nove mesi, è pari a 124, rispetto ai 202 fallimenti medi mensili dichiarati nell’anno 2019, prima della pandemia, con una diminuzione del 38,52%.
Tutti i Tribunali evidenziano un decremento, fatta eccezione per il Tribunale di Cremona che ha registrato un valore medio mensile pari al dato medio dell’anno 2019. I Tribunali di Lecco, Busto Arsizio e Lodi hanno evidenziato una diminuzione percentuale superiore al 50%.
Con la pandemia, per permettere alle imprese di poter continuare ad operare sul mercato, lo Stato, la Regione ed i Comuni sono intervenuti con normative “straordinarie”.
In base ai dati sopra indicati, al momento, sembra che gli interventi abbiano raggiunto il risultato. In Lombardia oggi i fallimenti e le liquidazioni giudiziali sono circa il 38,52% in meno rispetto al periodo pre-pandemia, ma è utile ricordare che, nel passato, i picchi più elevati dei fallimenti sono stati raggiunti dopo due/tre anni dall’inizio della situazione di crisi. Sarà quindi necessario attendere i numeri delle procedure nei prossimi anni, per verificare se tale trend si ripeterà.
Un dato interessante riguarda il tasso di disoccupazione in Lombardia, che risulta pari al 5% circa, in linea con i medesimi dati pre-covid.
Sulla pubblicazione “Lombardia 2022 Dati ed elaborazioni” n. 37 – 28 ottobre 2022, predisposta da PoliS-Lombardia, viene riportato che l’ultimo rapporto “Scenari per le economie locali” di Prometeia di ottobre 2022 conferma la solidità del tasso di crescita dell’economia regionale, con un PIL stimato al 3,9%, superiore di mezzo punto percentuale a quello del paese. Con un tasso di crescita degli investimenti fissi lordi del 9,9%, la Lombardia è infatti la regione che ha saputo trarre maggiori benefici, per la crescita economica, del programma di investimenti avviato con il Piano Lombardia e con le risorse del PNRR che sono affluite sul territorio regionale. Nel 2023, il tasso di crescita dell’economia lombarda risentirà degli effetti dell’aumento delle materie prime, dei tassi di interesse, dell’inflazione e del contesto globale più insicuro. L’aumento del Prodotto Interno Lordo sarebbe pari allo 0,6%, rispetto all’1,9% inizialmente previsto. La Lombardia, in base ai dati stimati, sarebbe comunque la regione con il più alto tasso di crescita tra le regioni italiane.
In un periodo di crisi e di instabilità è fondamentale il sistema bancario. Come indicato nell’intervento del Governatore Ignazio Visco, nella Giornata Mondiale del Risparmio il 31 ottobre 2022, “Le banche italiane affrontano questa fase partendo da una situazione nel complesso equilibrata e certamente migliore di quella in cui si trovavano a fronteggiare la crisi finanziarie di dieci e più anni fa. I crediti deteriorati hanno continuato a ridursi; sono proseguite le cessioni e i tassi di deterioramento si sono mantenuti molto bassi nel confronto storico. Al netto delle rettifiche di valore la loro incidenza sul totale dei finanziamenti era scesa alla fine di giugno all’1,5% per cento; per le banche significative, il divario di questo indicatore rispetto alla media degli altri istituti europei si è praticamente annullato”.
In data 03 novembre 2022, la Banca d’Italia ha pubblicato il documento “L’economia delle regioni italiane – Dinamiche recenti ed aspetti strutturali”. Le imprese si attendono un indebolimento delle vendite nei prossimi 6 mesi. I maggiori costi di produzione, dovuti ai rincari energetici, si riflettono nei prezzi di vendita. Le aspettative delle famiglie su redditi e consumi a dodici mesi si sono deteriorate. Risulta ancora cresciuta la sottoscrizione di mutui abitativi, da parte delle famiglie ed è aumentato il ricorso al credito al consumo. I criteri applicati dalle banche ai prestiti alle aziende hanno iniziato ad essere improntati a una maggiore prudenza.
In data 07 novembre 2022, la Banca d’Italia ha pubblicato il documento “Sondaggio congiunturale sulle imprese industriali e dei servizi 2022”. I giudizi delle imprese dell’industria in senso stretto e dei servizi con almeno 20 addetti indicano una crescita del fatturato, nei primi nove mesi del 2022, sia del mercato interno sia in quello estero.
Nonostante l’aumento dei costi degli input produttivi, la redditività aziendale si è mantenuta elevata. L’incidenza della spesa per elettricità e gas su quella complessiva per acquisti di beni e servizi è cresciuta, rimanendo però inferiore al 10% per oltre due terzi delle aziende. Gli incrementi sono stati più significativi nell’industria, in cui circa tre imprese su quattro hanno anche segnalato rilevanti difficoltà connesse con i rincari di input non energetici; la principale risposta ai rincari è stato l’aumento dei prezzi di vendita. Per il 2023 le imprese prevedono un incremento degli investimenti malgrado i diffusi giudizi di peggioramento delle condizioni di indebitamento.
In data 08 novembre 2022, è stata pubblicata la “Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza 2022”, nella quale si evidenzia che le informazioni congiunturali più recenti indicano, contrariamente alle aspettative, che la dinamica del PIL si è mantenuta positiva anche nel terzo trimestre dell’anno, sebbene in rallentamento rispetto alle performance del primo semestre. Il dato riflette, in particolare, dal lato della produzione, un aumento marcato dei servizi, in relazione ai quali diversi indicatori confermano principalmente la ripresa del comparto turistico nel terzo trimestre.
Alla data attuale, il numero di fallimenti e liquidazioni giudiziali appare ancora in calo, rispetto all’anno 2019, prima della pandemia. Gli scenari risultano ulteriormente modificati a causa della guerra, degli aumenti del gas, dell’energia e delle materie prime dell’inflazione e dei tassi di interesse. Siamo di fronte a continue modifiche degli scenari futuri che, di conseguenza, modificano, a volte in termini positivi, altre volte in termini peggiorativi le previsioni economiche.
Con il codice della crisi, gli strumenti a disposizione per poter affrontare e risolvere le crisi in corso sono diversi. Ogni strumento ha caratteristiche peculiari e può essere utilizzato, in momenti diversi, a seconda della gravità della crisi stessa. Si può utilizzare, come paragone, la ristorazione: si è passati da un “menu fisso” ad un “menu à la carte”, gli avventori che erano abituati a certi piatti ora possono scegliere, nel menu, i piatti che preferiscono, a seconda delle proprie necessità. Alcuni piatti avranno successo e rimarranno nel menu, altri piatti, che potrebbero non aver successo, verranno modificati per renderli più appetibili.
Se l’economia continuerà a generare risorse, la crisi potrà essere affrontata e superata e, a tal proposito, è utile riportare quanto indicato dal Governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco che, nella Giornata Mondiale del risparmio ha così concluso il Suo intervento: “La nostra economia, dopo anni di ristagno, può tornare su un sentiero di sviluppo sostenuto e durevole fondato sul rinnovo e l’ampliamento delle infrastrutture e sull’accumulazione di capitale, non solo fisico. Si tratta di un obiettivo alla nostra portata; quanto più si manifesterà la determinazione e la capacità di conseguirlo, tanto più agli investimenti pubblici potrà associarsi la forza rinnovata dell’investimento privato, fondata sul necessario alimento del risparmio, che le famiglie italiane hanno laboriosamente accumulato nel tempo”.

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